E’ una frase in cui sono incappata spesso, nelle aule, negli incontri, nei dialoghi e confronti fra le professioniste e istintivamente è comprensibile e condivisa…ma in realtà cosa significa veramente? Quali messaggi porta con sé? E a quali possibili spunti di riflessione e azione può spingerci ?
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Che l’home staging sia per tutti appare lapalissiano:
 
– è uno strumento di marketing e comunicazione e come tale tools utile a tutti i soggetti venditori immobiliari
– è uno strumento di neutralizzazione e come tale può adattarsi a qualsiasi proprietà, anche la più originale e colpire l’immaginario del maggior numero possibile di persone in target
– è un investimento economico, sia nel senso di poco oneroso sia  in termini propri di costo opportunità, poiché con una spesa mediamente modesta consente di ottenere lo smobilizzo del proprio immobile in tempi più rapidi e quasi nella totalità dei casi al maggior range di valutazione
 
Ma, nonostante questi punti di forza, ” non tutti lo capiscono ( né lo applicano né lo richiedono):
 
– forse perché ” le case si vendono e si affittano ugualmente”?
– forse perché ” la mia casa è bellissima così com’è e piacerà sicuramente” / ” io intanto la devo vendere perché dovrei impegnarmi tanto per qualcosa che non voglio più?”
– forse perché manca un’educazione economico finanziaria di base che riesca a far superare lo scoglio di dover investire prima (sborsare denaro oggi) per poter guadagnare quanto mi aspetto il prima possibile?
 
Questo è sicuramente uno scenario possibile o meglio probabilmente corrisponde alla realtà che la maggior parte di voi ha vissuto, ma qui vorrei suggerire una chiave di lettura ulteriore che spinga la riflessione sulla professione dell’home stager oltre la tecnica.
 
Quando affermiamo che l’home staging è per tutti stiamo sostenendo che non vi sia nè debba esserci casa e persona disinteressata a questa “artecnica”, affermiamo che qualsiasi casa meriti di essere presentata al meglio e questo perché (pensiero sotteso) qualsiasi persona, che l’abbia amata o solo abitata o solo posseduta prima e che la amerà o solo abiterà o solo possiederà dopo meritano attenzione e cura e meritano di essere soggetti artefici, seppur indirettamente, di tale cura e tale attenzione.
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Ma non tutti lo capiscono perché avere cura, prestare attenzione non sono attitudini o abilità innate ma come il gusto, la gentilezza, la cortesia, la pazienza, etc vanno esercitate, allenate, educate.
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E qui si intravede il compito sociale che l’home stager con il suo lavoro ” per tutti” può davvero compiere e realizzare.
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Essendo massimamente adattabile a diversi contesti, target e budget ha potenzialmente la capacità di raggiungere tutti gli immobili possibili ed essendo portatore di ordine, freschezza e pulizia più che di un particolare modello estetico o decorativo non indottrina a un gusto particolare quanto riesce a portare alla luce l’importanza per sé e per gli altri dell’avere cura e presentare con cura il proprio immobile, estensione e proiezione della persona che lo abita o possiede.
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Presentarsi e presentare al meglio è possibile per tutti, non solo per gli immobili belli o per le persone che condividono il nostro stesso gusto o piacere per la bellezza.
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Presentarsi e presentare al meglio supera i confini delle tecniche di vendita, sorvola l’appagamento artistico e non ricade nelle categorizzazioni dell’estetica : presentarsi e presentare al meglio sono più propriamente categorie dell’etica, personale e sociale.
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Presentarsi e presentare al meglio è infatti una delle manifestazioni della consapevolezza della dignità e del rispetto di sé, degli altri e di tutto ciò che i beni materiali rappresentano (il lavoro che vi è dietro, la propria storia, le proprie tradizioni, i propri progetti, valori e desideri, l’appartenenza comune al medesimo tempo e alla medesima umanità).
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Sarebbe bello ora approfondire ancora di più il discorso su come dignità e rispetto siano espressioni di amore e cosa questo significhi e comporti per chi, come l’home stager, sceglie una professione di servizio e di cura delle persone…ci torneremo.
 
Per ora buona vita e alla prossima
 
 
Sarah E. Bagliani