Chi di voi non conosce almeno una persona estrosa che lascia inespresso tutto il suo talento? Forse riconoscete voi stessi in queste parole, o magari riconoscete di esserci passati.

Io credo che spesso ciò che ci tiene ad un passo dal lavoro dei nostri sogni, sia la mancanza di uno scambio equo e diretto con chi di quella professione ne fa già un’arte. 

La formazione con docenti qualificati certo non manca nel nostro bel paese, ma passare dalla teoria alla pratica non è così semplice per chi non ha una naturale propensione a “buttarsi” sperimentando sul campo.

La fine dell’estate sembra il periodo ideale per cominciare un nuovo progetto (specie se i mesi precedenti ci sono andati un po’ stretti), così, a settembre scorso, ho deciso di ampliare le mie conoscenze scegliendo l’Home Staging e soprattutto scegliendo HOME|Philosophy Academy che si è dimostrata una scuola che offre gli strumenti, quelli veri, per cominciare una nuova professione senza timori.

Oltre a formare gli Home Stager a 360°, la scuola condivide ogni risorsa possibile e crea sinergie straordinarie, non solo tra corsisti, ma anche tra corsisti e docenti. Per chi è agli inizi, sapere di poter contare sull’esperienza di professionisti pronti a collaborare è fondamentale per la fase di decollo.

L’occasione della collaborazione è arrivata presto per me e dopo un periodo di isolamento come quello passato, non poteva esserci niente di più terapeutico.

Per completare il mio primo allestimento di una casa in vendita, ho avuto l’opportunità di lavorare con Paola Blasi, Home Stager affermata e docente di Home Philosophy Academy.

Paola non ha solo incorniciato e valorizzato il mio lavoro con la sua fotografia esemplare, ma si è misurata con me per creare insieme qualcosa di unico, mi ha dato consigli preziosi e ad ogni scatto ha lasciato che partecipassi attivamente e che valutassi le sue scelte, dettate sì da una tecnica ben salda, ma anche dalla sua profonda sensibilità.

Questa collaborazione, oltre a farmi ammirare il risultato ottenuto, mi ha portato a capire che i confronti ci spronano a fare meglio e creano un nuovo punto di partenza per i lavori che verranno, perché sapete, io sono convinta che senza “connessioni” non si cresce e anzi si rimane fermi sul posto in balia del nostro solo giudizio. Fare squadra apre la mente e aiuta a dimostrarci la nostra stessa forza.

Collaboriamo allora per il nostro obiettivo comune, che sappiamo bene è quello di diffondere il bello! Il bello di ciò che siamo e di ciò che siamo capaci di fare nel nostro lavoro. Vedrete che ci seguirà in ogni campo e si moltiplicherà a catena, perché come dice la nostra Francesca Greco

“Il Bello chiama il Bello”. 

Manuela Vitulano