Ammettiamolo: la maggior parte dei nostri interventi di valorizzazione avviene in case trascurate, datate e piene di arredi della nonna che bruceremmo se potessimo, tappezzerie variopinte, pavimenti di ogni origine e colorazione. La sensazione di panico ci assale facilmente e la domanda ci viene spontanea: e ora cosa faccio?

Nessuna paura: un respiro profondo, chiudiamo gli occhi e … ciak, si gira!

L’incarico è stato preso, ora siamo solo io e la Signora (casa). L’ho già conosciuta, e nonostante la sua apparente austerità è bastato uno sguardo per notare come in realtà nasconda una fragile delicatezza… ma che fastidio quelle rughe (crepe) che ne segnano pesantemente ogni angolo!
E’ arrivato il tanto atteso ma temuto momento: la porta si apre e timidamente ne varco la soglia, pronta per dare una nuova luce a quell’ambiente austero e datato. Lo scenario in bianco e nero si svela davanti ai miei occhi ed ecco che un insieme di emozioni e sensazioni mi assalgono come in un vecchio film.
  • E’ cosi che scelgo di vedere ogni casa nella prima fase del lavoro: priva di colore; il colore è un elemento che viene percepito in maniera molto forte e distoglie l’attenzione dagli oggetti che fanno intuire l’essenza di ciò che lo scenario ci propone come la luce, la superficie, il volume.
Non sempre è facile percepire il fascino del vissuto, ma varcando con lo sguardo la soglia di una parete scrostata possiamo imparare a vedere questa come un gioco di chiari e scuri, di trame e texture, ad andare oltre all’odore fastidioso di muffa e naftalina in modo da poterne apprezzare il fascino, comprendere come ci sia un vissuto che va rispettato.
Non è forse vero che spesso ci viene il desiderio di usare carte da parati o finiture che simulano vecchi muri, proprio per dare un tocco di storia ad una parete spoglia in un interno ristrutturato?
Guardare in bianco e nero ci permette di trovare più facilmente la bellezza nell’imperfezione e se questo non succede, dobbiamo semplicemente guardare meglio e osservare le cose da un’altro punto di vista, perché è proprio quell’imperfezione che ci darà l’ispirazione (basta pensare quanto l’invecchiamento conferisca un particolare fascino anche al più umile degli oggetti).
Come facciamo a vedere in bianco e nero? Può sembrare difficile, ma con un po’ di esercizio in poco tempo ci verrà automatico, basta fingersi una macchina fotografica: mi posiziono, inquadro, scatto ad occhi chiusi e li riapro… ora cosa vedo?
La prima impressione è quella che sia rimasto tutto immutato: la stessa identica immagine con gli stessi colori improbabili e disomogenei; in realtà, se osservo meglio, mi rendo conto di come ora riesca ad andare oltre alle apparenze e la percezione di ciò che vedo abbia acquisito un significato più profondo.
ECCO: SONO PRONTA A METTERCI IL COLORE!
Ora capiamo che non è necessario stravolgere un’abitazione: certo, va sicuramente rinfrescata così da rimuovere quell’odore di vecchio e di storia vissuta da un’altra persona, ma senza toglierne il valore acquisito nel tempo.
  • La cosa fondamentale è lavorare sempre sugli equilibri, sull’armonia degli elementi, dipingendo la nostra tela con semplicità, chiarezza e perfezione, senza dimenticare che stiamo creando per comunicare. Attraverso la “consapevolezza” del presente, la calma, la stabilità, la concentrazione, senza distrazioni e senza giudizi inappropriati, ma liberi di osservare in modo intuitivo con fiducia, calore e cura.
Non dimentichiamoci che siamo comunque dei creativi e anche dotati di enormi capacità, possiamo tutti guardare prima in bianco e nero per poi metterci del colore, basta coglierne il significato più profondo, guardando con gli occhi ma sopratutto con il cuore.
Se riusciamo a percepire il vero valore che abbiamo di fronte a noi, lavorare con accurata tecnica, professionalità, umiltà e ci emozioniamo davanti al nostro prodotto di vendita, stiamo certi che chiunque ne rimarrà affascinato!
Simona Montruccoli.