HOME STAGING HOME PHILOSOPHY
Gli inizi e i dubbi di una professione a volte solitaria.
( A cura di Valentina Guarinelli )
 
Come spesso mi accade, dopo aver tenuto la mia lezione del corso “Il Bello chiama il Bello”, mi soffermo a ricordare le emozioni e i pensieri che erano emersi dopo aver frequentato io il corso di home staging di Home Philosophy ed essermi affacciata per la prima volta a questa professione.
 
Francesca lo sa bene, ne abbiamo parlato tante volte.
 
Il mio primo sentimento era stata la confusione, seguita a braccetto dalla paura.
Così tante informazioni in una settimana avevano saturato la mia mente.
Mi sentivo come una vecchia valigia che era stata riempita di vestiti alla rinfusa, per partire senza preavviso per un lungo viaggio. Tutto quello che avevo sentito mi aveva affascinato ma al tempo stesso mi aveva fatto pensare che non sarei mai stata capace di farcela.
 
Proprio non riuscivo a credere che avrei potuto “muovere” degli arredi, trovare qualcuno che si fidasse di me o vendere un servizio che conoscevo così poco. Insomma, pensavo proprio di non essere in grado.
 
Eppure, pian piano, nei giorni successivi, un pensiero si era fatto largo, fra tutti: “Prova! Datti una possibilità”.
Negli anni ho imparato che scegliere per piccoli passi è la strada più adatta a me (Daltronde, cosa vi aspettate da una che si chiama Va-lentina?), così ho iniziato dagli amici, chiedendo se potevo fare pratica nelle loro case.
 
La prima casa, la ricorderò sempre. Era la casa della mia amica Laura. Mi lasciò le chiavi e io iniziai dalle basi (decluttering e luce).
 
Non sapevo fotografare, ma subito avevo capito che volevo foto bellissime e chiamai un fotografo con cui lavoravo da tempo nella mia precedente attività e così realizzammo il primo progetto.
 
E poi? Avevo bisogno di sapere se avevo fatto bene. Se quello che avevo realizzato era in linea con le regole, e dava respiro a quella casa che avevo abbastanza stravolto.
Avevamo una piccola chat con Francesca e gli allievi di quel primo corso e così piena di timore, inviai il mio lavoro chiedendo a tutti un parere. Ecco, di quel momento ricordo il cuore che mi batteva nel petto. Avevo tantissima paura dei commenti negativi, ma sapevo anche che erano decisivi per capire dove stavo andando. In quei primi giorni di lavoro, si era accesa in me una fiamma e la sentivo bruciare. Quelle ore solitarie, nella casa silenziosa, mi avevano fatta sentire benissimo, come non mi sentivo da tempo. Così attesi i commenti che non tardarono ad arrivare e… andò bene!
 
La mia paura si sciolse, e mi sentii incredula, grata e felice!
Negli anni successivi, e sono quasi 9, ho lavorato molto da sola. All’inizio era l’esigenza dettata dall’insicurezza. Avevo bisogno di fare le cose con i miei tempi, perché non ero sicura di fare bene.
 
Volevo provare e riprovare e volevo farlo senza il giudizio o i tempi di nessuno. Ma veniva sempre il momento in cui alla fine di un lavoro sentivo che non poteva bastare il parere degli amici e che solo dei professionisti esperti mi avrebbero potuto aiutare.
E’ stato magnifico avere sempre una parola, un giudizio senza giudizio, una rassicurazione, da Francesca, dalle colleghe di allora che sono diventate pian piano, amiche, confidenti e supporter.
 
Man mano che il lavoro è aumentato e mi sono sentita più sicura è maturato in me il desiderio di condividere questa strada con qualcuno.
Trovare un “partner in crime”, è ancora oggi la mia grande sfida perchè lavorare insieme è molto più bello e mischiare esperienza, punti di vista e gusti personali è una magnifica occasione per creare progetti sempre diversi, mai ripetitivi.
 
Ma trovare qualcuno, come nella vita sentimentale, non è affatto semplice. Soprattutto per me che lavoro in una zona dove l’home staging fa ancora un pò fatica a decollare.
 
E allora? E allora c’è questo gruppo! Lo dico non solo a chi muove i primi passi, ma a tutti. E a chi si vergogna, è timido/a o poco social, sceglietevi un “mentore” esperto, qualcuno fra noi, che vi dia un parere, un supporto e vi spieghi. L’occhio per capire se facciamo bene, non lo abbiamo da subito.
Si forma lavoro dopo lavoro, errore, dopo errore.
 
E quella valigia piena di disordine? Cosa ne è stato?
 
Ho iniziato a riordinarla pian piano,, un foulard alla volta, un calzino, un paio di occhiali… e mi ha accompagnato in un viaggio fantastico che auguro a ciascuno di voi di poter fare.
 
Valentina Guarinelli

​www.homephilosophy.it