Ecco, dopo un percorso formativo relativamente breve, ma fortemente intenso come quello che eroga Home|Philosophy Academy per la qualifica di Home Stager, dura una settimana lavorativa, ma ha il potere di muovere dal profondo la tensione al bello insita in ognuno di noi, segue inevitabilmente un moto di irrequietezza e di irrefrenabile entusiasmo.
Quanti di noi corsisti si sono ritrovati a sconvolgere almeno la propria camera o il proprio studio, se non tutta la propria casa –e magari, potendo, anche quella di amici e parenti-, nei giorni immediatamente successivi al termine del corso?!
Devo ammettere che io sono per mia natura molto attenta ai dettagli e ho bisogno di fare ordine creativo con relativo repulisti, versione italiana del decluttering, con cadenza regolare e frequente, ma nel mio periodo “post corso Home|Philosophy Academy” ho raggiunto livelli quasi maniacali. Persino i miei due gatti non mi sopportavano più.
L’opportunità di partecipare a uno stage proposto da Home|Philosophy è stato accolto con entusiasmo anche da loro.
Partecipare allo stage mi ha dato un po’ di requie alla smania di iniziare, di partire e mettere alla prova quella tensione positiva verso la pulizia visiva, la limpidezza e la bellezza ispirata dalle giornate di formazione.
Sicuramente è stata un’esperienza che ripeterei senza esitare.

Consiglio vivamente a tutti i corsisti di cogliere al volo l’occasione perché non è solo utile a fare esercizio sul campo, è soprattutto una finestra sul mondo dell’home staging vissuto da una prospettiva privilegiata: una realtà come quella di Home|Philosophy, con le sue dinamiche di collaborazione aperta e condivisione senza filtri, è davvero una perla rara.

La cosa che ho apprezzato maggiormente è la naturalezza con la quale ci è stata data la responsabilità di collaborare fattivamente, sempre con lo scopo di trasferire know how, di condividere senza pressione, con fiducia e senza riserve, con trasparenza nella gestione di ogni fase e di ogni imprevisto.
Si sono creati gruppi di lavoro snelli, ben calibrati e affiatati, il tutto nell’arco di poche ore.
Sono state condivise problematiche e relative soluzioni, vissute in un’atmosfera laboriosa e dinamica, ma sempre armoniosa e gradevole.
È stata un’esperienza appagante, estremamente formativa anche da un punto di vista umano.

Riguardando ora gli scatti fatti con il mio iPhone, mi rendo conto con ancora più vividezza e lucidità quanto mi sia stato utile partecipare a quelle due giornate di allestimento, avendo affrontato un progetto già predisposto da altri, con colori che io non avrei mai scelto: scorrendo l’album di foto e selezionandole, infatti, si avvicendano a scatti inviati via WhatsApp dalla mia vicina di casa che in quell’occasione aveva fatto da cat sitter e mi inviava aggiornamenti da casa.

Alle fotografie impregnate di bianco, panna, rosa pallido  e verde brillante, si contrappongono prepotenti immagini dei due felini neri nella mia casa in stile minimalista / industriale, tutta giocata su toni grigi e neri.

Il contrasto è fortissimo e mi fa riflettere ancora una volta su quanto sia importante aprirsi a condivisione, confronto e collaborazione, per evitare di far inaridire la propria creatività.

Partecipando agli stage si ha la preziosa opportunità di arricchire il proprio lavoro, destreggiandosi con colori e stili che magari non ci sono congeniali, o che non siamo soliti utilizzare, ma che possono rivelarsi vincenti e affascinanti se rivisitati e sistemati con maestria. 

Riguardando l’album mi ritrovo ad apprezzare moltissimo cromie e decorazioni, forse non nella loro unicità, ma sicuramente nella gradevole sensazione d’insieme che creano, nella loro sinfonia che è stata una composizione armonica di due giornate di intenso lavoro di squadra.
Questo è un esercizio fondamentale per poter affrontare progetti delle tipiche “case della nonna” senza pregiudizi stilistici, come anche appartamenti vuoti che spesso generano panico con conseguente frenesia da horror vacui o al contrario ansia da “piallata di bianco”, soprattutto se sull’esistente incontriamo muri piastrellati con fantasie improbabili e tappezzerie inquietanti.


Che dire poi di ciò che è seguito, l’emozione nel vedere il progetto che prende forma in un gustoso nome di  Pistacchio e Fragola, la magia delle fotografie professionali pubblicate sul sito di Home|Philosophy e sul gruppo chiuso di Facebook, i complimenti affettuosi di tutti, oltre all’entusiasmo frizzante del risultato pubblicato sulla pagina Facebook di Home|Philosophy Real Estate: venduta in soli sette giorni!
“In soli 7 giorni, questa Casa ha trovato i suoi nuovi proprietari, che se ne sono innamorati a prima vista! Nessuna trattativa sul prezzo di mercato e tempi di conclusione rapidissimi.”
Ecco, con lo stage ho vissuto un’anteprima di ciò che durante il corso avevo solo immaginato, è stata una vera e propria finestra corredata di tende –bianche e leggere, of course!- che si gonfiano della brezza foriera di nuove idee, nuovi progetti, nuova luce, nuova bellezza!
Potrei infine raccontarvi nei dettagli di come da una dimenticanza o da un errore di valutazione possano sgorgare idee semplici e geniali, o come un barattolo sporco di vernice possa ispirare e diventare protagonista di scatti che fanno la differenza, o ancora di come l’arte di arrangiarsi dia vita a cornici anonime esaltandone la semplicità e rendendole quasi un’opera di design concettuale, il tutto utilizzando soltanto della semplice e banale carta da regalo.


Ma di fatto l’unica vera definizione che calza è che facendo uno stage con HOME|PHilosophy Academy si partecipa a una sorta di performance impegnativa e molto professionale, che genera un incantesimo di bellezza e pulizia.

Aspetto con trepidazione la prossima occasione, sperando di poter essere parte di una nuova stupefacente magia!

Claudia Fazio